RACCOLTE ARCHEOLOGICHE: il Modenese tra età repubblicana e tarda antichità

L’età romana
III secolo a.C – VI secolo d.C.
 

Il progetto di occupazione della pianura padana, avviato dai Romani nel III secolo a.C. si concretizza con la costruzione della Via Aemilia nel 187 a.C. Le testimonianze del territorio, suddiviso secondo la pratica agrimensoria della centuriazione, sono riferibili a fattorie, edifici rurali e ville, a strutture a carattere produttivo, come le fornaci, e a necropoli. 

La precoce romanizzazione del Modenese è testimoniata da un santuario con antefisse rinvenuto a Cittanova e databile alla fine del III secolo a.C. In età repubblicana il territorio, reso fertile da opere di bonifica, si popola progressivamente di edifici collegati alle attività di agricoltura e allevamento. Alcuni di questi edifici si arricchiscono di prestigiosi settori residenziali dotati di mosaici, intonaci dipinti e arredi lussuosi. Contestualmente si sviluppa una redditizia attività manifatturiera, legata principalmente alla produzione di ceramica e laterizi che Plinio descrive come una delle più fiorenti del mondo romano. 

Numerosi sono anche i ritrovamenti riferibili a necropoli con tombe a cremazione e inumazione collocate in aree extraurbane e riferibili ad un arco cronologico che va dall’età imperiale a quella tardoantica. Oltre ai corredi di sepolture rinvenute a Cittanova, Baggiovara e in località Fossalta, spicca la celebre tomba dei cosiddetti “amanti”, due individui di sesso maschile sepolti mano nella mano in una necropoli di età tardo antica (IV-VI secolo) individuata nel 2009. 

Dopo alcuni secoli di prosperità, a partire dalla metà del III secolo d.C., anche il territorio modenese risente della crisi che investe l’impero romano e inizia un lungo periodo di decadenza sociale ed economica.